Tartarughe fino in fondo

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Progetto realizzato per Brian

Richiesta di Brian.
Brian voleva un tatuaggio dedicato a sua figlia, che soffre di disturbo ossessivo-compulsivo. Il riferimento era al libro di John Green Turtles All the Way Down, che per lei era stato fondamentale: le aveva dato le parole per descrivere quei pensieri che non si fermano mai, che si avvolgono su se stessi senza tregua.
L’idea iniziale era una pila di tartarughe “fino in fondo”, ma Brian mi ha dato la libertà di trovare un linguaggio più personale.

Cosa significa “turtles all the way down”?
È un’espressione che nasce da un’antica leggenda: la Terra poggia sul dorso di una gigantesca tartaruga.
Alla domanda “E su cosa poggia quella tartaruga?”, la risposta è: “Su un’altra tartaruga.”
E se insisti? “Sono tartarughe fino in fondo.”
È la metafora della regressione infinita, che nel libro di John Green diventa l’immagine del pensiero ossessivo: un ciclo continuo da cui non si trova mai un punto fermo.

La mia interpretazione.
Quando Brian mi ha parlato di Turtles All The Way Down, ho capito che non potevo semplicemente disegnare tartarughe impilate. Sarebbe stato illustrativo, ma non avrebbe colto il cuore della questione: quel senso di loop mentale infinito che fa parte della vita quotidiana di sua figlia.
Così mi sono chiesto: come si disegna un pensiero ossessivo? Non un animale, non un simbolo esterno, ma l’esperienza interiore di una mente che non si ferma mai.
La risposta è arrivata dall’arte ottica. In quelle immagini che sembrano muoversi da sole, che catturano lo sguardo senza lasciarlo andare, ho trovato il linguaggio giusto.
Ho studiato il lavoro di un artista giapponese che lavora con illusioni ottiche e ho sviluppato un disegno basato su ellissi concentriche, spezzate, irregolari. Linee che non si chiudono mai, che oscillano, che costringono l’occhio a inseguire un equilibrio che non arriva.
Prima di proporlo a Brian, l’ho provato su di me: volevo essere certo che l’effetto visivo funzionasse davvero sull’anatomia e che producesse quella sensazione ipnotica, quasi disturbante, che cercavo.
Così il tatuaggio diventa un’esperienza: chi lo guarda non trova pace, proprio come chi vive con pensieri ossessivi. E allo stesso tempo, cambiando prospettiva, può scoprire un ordine nascosto.
Questo è il significato che volevo trasmettere: un disegno che non si limita a decorare, ma costringe a percepire.
Dentro questo flusso ho inserito le parole “Turtles All The Way Down”, per mantenere viva la radice della storia. E sul retro dell’avambraccio, una piccola tartaruga: non la protagonista, ma un ricordo discreto, quasi segreto, che richiama il mito e il legame familiare.

Perché raccontarlo?
Brian ha accettato che raccontassi il suo tatuaggio perché non è solo un segno personale, ma anche un modo per dare visibilità a un tema importante.
Il disturbo ossessivo-compulsivo è spesso invisibile dall’esterno, ma segna profondamente chi lo vive.
Questo tatuaggio non vuole dare risposte né semplificare, ma trasformare un’esperienza difficile in un’immagine condivisa: un ponte di comprensione tra un padre e una figlia, e un invito a guardare più da vicino ciò che di solito resta nascosto.

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26 luglio 2025
Milano